Con il decreto del 4 marzo 2020 si riprende quanto già indicato dal ministero della Salute (2 febbraio 2020) in tema di sanificazione. Sono previsti, dunque, interventi per disinfettare tutti i luoghi pubblici e quelli frequentati da più persone, come i posti di lavoro.
Ma cosa intendiamo per “sanificazione”?
In un ambiente domestico, dunque a casa, significa mantenere le buone pratiche di pulizia e un livello di igiene che si dovrebbe avere normalmente. Negli ambienti aperti al pubblico, invece, il discorso è diverso e dipende dal tipo di luogo: le norme, le modalità e i prodotti dipendono dalle singole attività.
Una disinfestazione degli ambienti è utile e opportuna ovunque, a prescindere dal COVID-19. Nel caso del coronavirus, però, è fondamentale che sia fatta con prodotti dalle proprietà virucide. Questo vale per gli ambienti ospedalieri, sui mezzi pubblici, nei negozi, ma anche negli uffici. Il decreto non prevede un obbligo esplicito, anche se è chiaro che la disinfestazione diventa imprescindibile negli ambienti nei quali si sono verificati casi di positività.
Il ministero della Salute ricorda che devono essere pulite con particolare attenzione tutte le superfici toccate di frequente, quali superfici di muri, porte e finestre, superfici dei servizi igienici e sanitari. Nei luoghi pubblici va prestata particolare attenzione a maniglie delle porte, scrivanie, telefoni, superfici a portata di mano e bagni, dove è più probabile che ci si trovi a tossire o starnutire lasciando secrezioni, con le quali possono venire in contatto altri colleghi nell’arco di poco tempo.